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Vietato l'ingresso: luoghi segreti dove nasce la magia. Si chiama così uno degli eventi più emozionanti della Milano Design Week che ha mostrato al pubblico i 17 camerini del Teatro Arcimboldi rimessi a nuovo da noti studi di progettazione e design. Un modo bello e concreto per aiutare il Teatro a riaprire e ripartire dopo un anno di chiusura forzata. Nella foto, il camerino numero 12 progettato da Gio Latis Studio.
Milano ha ricominciato a vivere. A sognare, progettare, stupire. Merito del FuoriSalone e dei 600 eventi e mostre organizzati in varie zone della città fino al 12 settembre. Non sembra vero, dopo l'assenza di vita culturale durata oltre un anno, eppure sì, siamo ripartiti. Certo, in questa edizione 2021 della Design Week nulla è come prima... Impossibile accedere a qualunque spazio espositivo se non si è dotati di Green Pass e mascherina. Ovunque, inoltre, gli ingressi sono contingentati. Massimo 50 persone per volta, per esempio, hanno potuto visitare per non più di un’ora i 17 camerini del Tam Teatro Arcimboldi Milano, reinventati per il FuoriSalone, ma in modo permanente, da alcuni noti studi di progettazione. Con il supporto di aziende che hanno fornito gratuitamente arredi, maestranze e materiali questi luoghi segreti, dove l’artista si prepara a entrare in scena, sono diventati spazi iperconfortevoli ed esteticamente impeccabili. Un progetto inedito che dimostra come, in un momento di grave difficoltà per il settore teatrale, è l’arte che arriva a sostegno dell’arte. A godere in modo stabile di questo stupefacente restyling saranno infatti attori, ballerini e cantanti che a breve calcheranno le scene dell’Arcimboldi dopo un anno di pausa forzata. Un esempio virtuoso da segnalare e replicare.
È evidente, d’altronde, che la pandemia è stata un forte acceleratore per l’innovazione delle aziende e non c’è dubbio che durante il lockdown architetti e designers hanno lavorato intensamente per trovare soluzioni che migliorano la qualità della vita e rendono più sostenibile l’universo casa e il luogo di lavoro. Lo si è visto praticamente ovunque, anche alla mostra Design Variations che ha messo in scena, nella splendida cornice barocca di Palazzo Litta, una molteplicità di proposte extra-ordinarie. Per esempio le Lampade di Scopo, come Serena di Còdega che, oltre a illuminare, sanificano l’ambiente. E non solo. Adeguatamente programmate, variano di intensità e colore in modo personalizzato aiutando le persone a vivere in sintonia con il proprio orologio biologico. Artemide, che ha da sempre una spiccata vocazione per la ricerca ha presentato, nel suo flagship di Corso Monforte, Flexia, una lampada in pet riciclato, ispirata all’origami, i cui pannelli hanno anche proprietà fonoassorbente, efficace sulle frequenze della voce umana. Definirle lampade di Aladino forse è azzardato, di sicuro sono sostenibili e ci aiutano a combattere lo stress della vita quotidiana!
Al Superstudio Più di via Tortona, le proposte sono state un caleidoscopio di colori e innovazione. Gisella Borioli, vulcanica ideatrice di questo spazio storico del Fuorisalone, ha proposto una R/Evolution del format abituale sostituendo le grandi installazioni con tante aree tematiche che raccontano il meglio della produzione italiana e internazionale con un focus sulla creatività femminile, i giovani talenti e i più famosi architetti. Senza dimenticare l’arte come dimostra la stupefacente installazione che accoglie i visitatori all’ingresso: una bimba e un elefante che vola per simboleggiare lo sforzo immane per uscire dalla pandemia.